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Marciaso,
piccolo borgo montano, sorge sopra uno sperone settentrionale delle
Alpi Apuane carraresi, si presenta, come agglomerato di vecchie case
abbarbicate sul colle. Per arrivarci si prende la vecchia
carrozzabile, che si stacca, dalla strada provinciale per Carrara,
in località Spolverina, e snodandosi poi pittorescamente in un mare
di verde, scende verso Marciaso, per poi proseguire, per valli e
colli, fino a Monzone.Fu costruita, prima della guerra d'Abissinia,
verso il 1934. Marciaso, odierno, comprende anche due agglomerati di
case costruite dopo la seconda guerra dall'organizazione americana
UNRRA; il primo gruppo si trova, appena fuori paese,in località
Orti, il secondo gruppo, s'incontra ai lati del lungo corso che
immette, salendo, al paese. Arrivati quasi in cima la strada offre
un piccolo spiazzo, che a sinistra confina con la chiesa
parrocchiale, e a destra, guarda la bella piazza del paese, ornata
in tempi recenti, da ombrose piante d'abete. Dopo il breve ripiano,
la strada s'impenna nell'ultimo tratto di ripida salita che immette
in paese.Varcata la soglia di quella che era un tempo lontano, la
vecchia porta d'accesso con levatoio, il visitatore, si ritrova in
una stretta piazza rettangolare, che portava ai suoi estremi, nel
lontano passato, ben quattro porte d'accesso al vecchio borgo. Due
per il cosidetto borgo di sopra e due altre per il borgo di
sotto.Infatti il paese si presenta ancora oggi diviso,quasi
parallelamente, da due strade concentriche, per cui anche il
forestiero che si avventura in paese per la prima volta, non può
perdersi: alla fine del suo giro, si ritrova nella piazza di
partenza. Il turista che viene a Marciaso rimane piacevolmente
sorpreso da un senso di freschezza e serenità che distende, effetto
d'una ampia visione di verde, che si distende in un anfiteatro di
boschi, di castagneti e di campi,salienti verso la corona dei monti
circostanti, dai quali occhieggiano, in alto, il borgo di Cecina, e
sotto , lambito dal torrente omonimo, Bardine di Cecina. In
lontananza, verso levante, s'intravedono, sulla collina, le prime
case del vicino paese di posterla, cui si accede da Marciaso, in
meno di mezz'ora, per la carrozzabile costruita nel 1957. Il
torrente pescoso che scorre serpentino tra il verde del fondo valle
vien detto di Bardine mentre più a ponente e denominato Pesciola,
nome veramente appropriato! L'altitudine di Marciaso, circa 430m.
,gli conferisce un clima confortevole per tutti,specie d'estate.
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Agricoltura
Anticamente gli abitanti di Marciaso coltivavano i magri terreni che
erano riusciti a strappare alle sassose colline circostanti;i famosi
terreni a terrazza,protetti con muri a secco; ancora oggi i pochi
abitanti del paese fanno gli agricoltori,preferendo però gli orti,
terreni che usufruiscono d'acqua, e quindi più redditizi.Altra piccola
industria ad uso casalingo era la coltivazione della Canapa per
ricavarne attraverso vari passaggi di lavorazione, filati con cui
tessevano lenzuola, e telerie varie.Nel secolo scorso e fin oltre
l'inizio del novecento, a Marciaso era molto diffuso l'allevamento dei
bachi da seta, e per questo si coltivavano all'aria pura, del luogo,
molti alberi di gelso, le cui foglie costituivano l'alimento
indispensabile dei bachi. Erano talmente abbondanti e apprezzati i gelsi
di Marciaso,che veniva gente da fuori per fare provvista di foglie, per
i loro allevamenti.Nel lontano passato, ci fu chi si dedicò anche alla
concia delle pelli, col tannino tratto dalla scorza delle abbondanti
querce e castagni del posto;infatti sotto la piazza del paese esiste
ancora uno spiazzo con casa che i vecchi chiamavano,"concia".
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Divertimenti del
passato Dopo una settimana di duro lavoro, ecco la
necessità del riposo: legge divina, ma anche naturale. Marciaso del
passato, quello anteguerra, sapeva autogestirsi anche nel divertimento.
C'era, come sempre è stato, il ritrovo nell'osteria o cantina, dove si
beveva e si giocava a carte, specie dai più anziani. Per i più giovani
c'erano i giochi di competizione in cui si evidenziavano i più forti e
abili, intelligentemente impegnati.
Si ricordano specialmente due giochi di cui oggi n'è rimasto il ricordo
solo tra i più anziani: il gioco della palla a mano, e il gioco della
ruzzola.La palla a mano, si giocava con palla di gomma pesante, di
fianco alla chiesa, nella stretta piazza che da accesso ai quattro
ingressi che immettono in paese.Particolarità curiosa di questo gioco
marciasotto era il lancio della palla di gomma sul tetto spiovente della
chiesa, che creava suspance, in quanto esigeva nell'avversario occhio e
prontezza per rilanciarla di pugno, prima che questa cadesse a terra.
Vinceva chi naturalmente aveva commesso meno falli, realizzando così più
punti.L'altro gioco della ruzzola, come dice lo stesso nome, consisteva
nel fare ruzzolare, cioè correre, sulla rettilinea via del corso, il più
lontano possibile, la ruzzola, pesante disco di legno, che legata al
polso del giocatore, da una striscia di cuoio, veniva poi da questi
lanciata, liberandola, dopo varie finte, con decisione e forza. Vinceva
chi era riuscito a lanciarla più lontano.
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Festività
religiose Oltre le comuni solennità di tutta la Chiesa,
Marciaso aveva le sue feste particolari: SAN BARTOLOMEO, Apostolo che si
celebrava solennemente il 24 Agosto e comportava, Messa solenne cantata,
processione con la reliquia del Santo.
MADONNA DEL BUON CONSIGLIO.Solita a celebrarsi la quinta domenica dopo
Pasqua, era occasione anche di prime comunioni per i bimbi della
parrocchia. Ogni 25 anni veniva poi celebrata con speciale solennità.
SAN TEODORO,martire, che salvò il paese da gravissima epidemia nella
prima decade del 1700.
ALTRE FESTE PARTICOLARI,per vecchia tradizione erano: San Rocco,molto
venerato in Lunigiana, Santa Lucia, San Ginesio.
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